Non credevo di suscitare un vespaio accennando alla cosiddetta “cura Di Bella”.
Io il professor Luigi Di Bella lo conobbi molti anni fa come studente (la mia laurea risale al remoto 1972) e lo ebbi come “terribile” insegnante per tre anni: Fisiologia biennale e Chimica Biologica. C’era, e non erano pochi, chi cambiava università solo per dare l’esame di Fisiologia, e passare attraverso il suo setaccio era impresa complicata. La mia interrogazione durò due ore e terminò non molto prima di mezzanotte con me grondante di sudore e con il professore in perfette condizioni di freschezza (sigaro a parte) dopo che aveva cominciato alle due del pomeriggio a torchiarci.
Il mio campo di ricerca non è quello che riguarda le cure farmacologiche del cancro e, dunque, magari a differenza dei tuttologi rampanti, non mi esprimo in proposito. Mi è inevitabile, però, provare una pena profonda per personaggi come tale Marco Bella, autore non solo di un articolo di cui non si può certo andare fieri (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/16/metodo-di-bella-storia-del-convegno-mancato-alluniversita-di-bologna/2832726/#disqus_thread), ma di un’esultanza che valica abbondantemente i confini dello squallore.
Molto in breve, il prossimo 2 luglio si sarebbe dovuto tenere un convegno nei locali dell’Università di Bologna sul tema “Molecole biologiche nella prevenzione e terapia dei tumori” a cura della Fondazione Di Bella e con il patrocinio dell’Ordine dei Medici. “PER FORTUNA (maiuscolo mio) – dice il tale Marco Bella – il convegno non si terrà.”
L’opinione dell’autore dell’articolo è che la “cura Di Bella” sia “inutile e dannosa”, e questo secondo quanto risultò nel 1998 al Ministero della salute. Prescindendo dal giudizio su quel controllo sulla cui correttezza vorrei avere informazioni oneste, mi chiedo se il tale Marco Bella abbia dati suoi, cioè di ricerche sue, da esibire. In mancanza di questi dati, saremmo a livello di bar. Uso il condizionale perché, in realtà, siamo molto al di sotto di quel livello. Il tale Marco Bella non è interessato a sentire che cosa direbbe chi ha da dire in proposito perché di dati propri ne ha: è interessato a che nessuno senta. Perché? Naturalmente non ne ho idea. Penso, però, che personaggi di questo genere, per usare parole sue, non siano solo inutili ma siano dannosi. E tanto. Penso che la sua sia la maniera più veloce e più sicura per squalificarsi. Penso che, se la politica della ricerca fosse in mano sua, saremmo agl’interrogatori del Sant’Uffizio con tanto di torture e, magari, di rogo trionfante come salvifico finale. Penso che l’informazione completa e corretta sia l’accesso ineludibile alla libertà di scelta. Penso che la censura sia una prova provata della bontà di ciò che si vuole nascondere.
Per motivi di ricerca, mercoledì mi trovavo lontano da Modena e non potevo fare la solita trasmissione con Radio Studio 54. Così l’ho fatta oggi e, tra i vari argomenti, ho toccato l’episodio appena descritto. Forse non troppo inaspettatamente, da qui il vespaio.
Ora mi sono riletto l’articolo del tale Marco Bella e qualcuno dei tantissimi commenti. Nessuno stupore: non c’è chi presenti dati propri, men che meno il pontificante autore dell’articolo, salvo qualche episodio di guarigioni ottenute con la terapia in gioco riportato dai frequentatori del blog. Ho trovato tristemente divertente una risposta del Bella al racconto di una guarigione: “L’importante è che queste cose non le racconti in un convegno in un’università pubblica…” Una frase che può essere letta in tanti modi e che, comunque la si legga, si commenta da sé.
Io, che ho sempre scansato i tifosi e che non sopporto chi si esprime su argomenti che non conosce, non ho una posizione sulla “cura Di Bella”. Non ce l’ho perché, nel caso specifico, non ho ciò che ogni scienziato deve avere: dati propri. Ho, però, una posizione morale netta nei confronti di chi imbavaglia l’espressione, da qualunque parte l’espressione venga. Ed è proprio l’imbavagliamento a farmi capire molte cose.
Per evitare i malintesi che paiono essere così diffusi tra chi legge con superficialità e chi ha le vie del cervello aperte solo in uscita: qui non si sta parlando dell’efficacia della cura ma del diritto di espressione in campo medico e scientifico. Sono cose molto diverse. Così, vi prego: non perdete tempo a mandarmi mail in cui strillate che la cura è inutile o che fa miracoli. Non è di questo che ho scritto e, comunque, non avrei nulla da dirvi in proposito. Perciò, non vi risponderei.
AggiungoSe ha tempo legga questo: http://medbunker.blogspot.it/p/dossier-di-bella.html?m=1. Spiega molto bene perché è un finta cura. E ci sono i riferimenti scientifici. RISPOSTA Un cattivo italiano e la partecipazione di tale Marco Bella dicono parecchio.Come ho ripetuto fino all’esaurimento delle mie stesse forze, io non ho elementi MIEI né a favore né contro il metodo Di Bella. Osservando la realtà posso affermare almeno due cose: l’incidenza del cancro in tante sue varietà sta crescendo a dismisura e la chemioterapia applicata correntemente è un fallimento vistoso.Al di là di ogni interesse è indispensabile trovare strade diverse per affrontare la malattia, prima di tutto… Leggi il resto »
Risposta a MATTTIA@MATTTIAIn realtà quel link riporta solo quello che gli fa comodo e in una modalità anche un po’ sconclusionata. Ad esempio fa riferimento all’Impact Factor delle pubblicazioni quando le raccomandazioni generali riportano chiaramente: General Recommendation: Do not use journal-based metrics, such as Journal Impact Factors, as a surrogate measure of the quality of individual research articles, to assess an individual scientist’s contributions, or in hiring, promotion, or funding decisions; E infatti l’Australia lo ha rimosso come fattore di merito per la ricezione dei fondi da diversi anni oramai. E non sono io a dirlo ma queste lunghe argomentazioni:… Leggi il resto »
Bipolarità?Caro , carissimo Montanari, oggi come oggi riuscire ad esercitare la logica è diventato uno sforzo sovra-umano. Il blogger de Il Fatto Quotidiano che ha scatenato tutto questo casino lo conosco assai bene perchè si è formato “in palestra” ne il blog di Gioia Locati su il Giornale. Per lungo tempo ha cercato di “demistificare” a modo suo il Metodo Di Bella utilizzando proprietà transitive assai poco scientifiche prontamente rintuzzate nel blog, sino all’apoteosi di pubblicare un video in cui usando gli strumenti che ha disposizione in università “certificò ” che la melatonina ( a differenza di quanto affermato da… Leggi il resto »
Obbrobrio@ MATTIA Visto che si è preso la briga di leggere e segnalare quell’obbrobrio di dossier (che per squalificarlo totalmente basterebbe anche il solo sapere che l’autore si è avvalso dell'”aiuto” di un detrattore della risma di Marco Bella) in particolare in riferimento al capitolo sulla famigerata farsa di sperimentazione del 1998 faccia lo sforzo di leggere anche quanto analizzato dalla parte direttamente coinvolta. http://www.dibellainsieme.org/discussione.do?idDiscussione=33768 http://www.dibellainsieme.org/discussione.do?idDiscussione=34204 Quanto alla “finta cura” è così finta che grazie al dott. Giuseppe Di Bella, hanno continuato (e continuano) a ricorrervi, da tredici anni da quando è morto il padre, migliaia di ammalati oncologici dopo… Leggi il resto »